Le stelle cadenti


 


I sogni.

La tendenza social di questo (non) tempo si concentra su uno smisurato indottrinamento che riguarda la manifestazione.

Gli eccessi mi insospettiscono e quindi mi sono fermata (un termine che ho scelto e che vuole portare tutti a “fermare” la giostra quotidiana, poi spiego) a riflettere: non è che tutto questo “potere” manca di “spiritualità”, altrimenti non si spiega la deriva dell’essere umano.

La manifestazione come illusione di un mondo differente è già nelle corde dei guru: facebook e derivati, infatti, portano il nome di Meta, da metaverso. Pletore di tecnologie si proiettano già nella realtà virtuale, ossia in quella realtà che può essere creata da sensori di alta tecnologia dove il fisico, il mentale e la cibernetica si incontrano.

Non è cosa di poco conto: l’economia, la salute, fintanto l’amore è già metaverso, attraverso dispositivi elettronici, oramai impercettibili; tanto che, a dire degli esperti, la prossima frontiera è quella della interazione col web attraverso il pensiero. Il prototipo basico e soltanto vocale, di cui disponiamo oggi, è Alexa.

La tridimensionalità, la robotica, il cloud, lo stesso metaverso (un po' fantasy) sono scevri di magia; quella magia che richiede “fede”.

I sogni, difatti, sono un’altra cosa, e sono fondamentali per il nostro equilibrio spirituale.

 

In un metaverso plausibile siamo chi vogliamo, acquistiamo con moneta digitale e viviamo in una società più “libera”, senza tempo, né spazio. Non vi sembra una produzione della Marvel?

Nei sogni la realtà, invece, ci appartiene. La nostra realtà appartiene alla memoria di un’anima che non ha tempo, ma è in noi. E per questo fenomeno non servono microchip!

Anzi, di ciò siamo noi i produttori! (Non ho scritto costruttori!!)

 

C’è un momento, durante il sonno, ossia l’abbandono della ragione e della forza materiale del corpo, in cui emerge un mondo etereo che è di certo migliore, più completo e forse più reale del quotidiano vivere.

In pochi attimi possiamo vivere per un tempo eternamente smisurato. Tutto ciò è semplicemente meraviglioso!

In quei momenti nulla può ostacolarci, la nostra mente non ha potere e non può infliggerci la condanna perpetua del dubbio; non proviamo tristezza, né delusione.

Durante la fase trascendentale del sogno risolviamo questioni irrisolte, abbiamo il genio dalla nostra parte, che è cosa ben diversa dall’istinto e dalla razionalità, tipicamente umane e riproducibili scientificamente.

Possiamo oltrepassare il tempo e la materia.

Possiamo raggiungere quell’evoluzione dell’animo che ci risulta meta impossibile da svegli, e che ci è utile per essere felici.

Ecco, tutto questo ha un prezzo, e i numerosi tutorial non ne parlano, semplicemente perché sono “reclame”.

Il prezzo è la lotta!

Beh, chi scrive fantasy analizza i pro e i contro del trascendentale, testa personalmente la sofferenza e la fatica; immagina, crea, fintanto che decreta quanto sia faticoso sognare.

Sognare è faticoso, sia in fase Rem che davanti ad un foglio bianco, perché in questo sognare bisogna mantenere salda la fede!

Quando ci si espone presentando la realizzazione dei propri sogni, si tende a parlare facilmente di fede, nel senso più profondo e spiritualmente, tanto che le avversioni dei nostri interlocutori diventano quasi violente. La fede è la via Maestra. La fede è la Verità. La fede è la Vita, vera.

Ma questo non deve disturbare o distogliere, perché tale contrasto è naturale!

La natura, ossia l’essere cosmico che deve essere il riflesso della verità,  è essa stessa la negazione della dimensione spirituale dell’uomo.

La natura umana è complessa e non va giudicata. Tutti noi, umanamente parlando, siamo portati al giudizio, che è il lato più oscuro della critica: giudico e condanno per (potere) esistere. 

Quindi, qualcuno esiste perché condanna il suo avversario. E per lo stesso motivo, non sogna “in grande”.

Con questo giro di walzer di parole ho cercato di spiegare in modo semplice perché la manifestazione, nella stragrande maggioranza dei casi, non funziona. Questa è la lotta!

Avere un focus costante sulle proprie facoltà, capacità, e anche amor proprio, sta diventando una lotta quasi sovraumana, perché collide con la fede.

Vi siete mai chiesti quand è l’ultima volta che avete fatto un sogno onirico? Quand è l’ultima volta che avete dormito così profondamente da sembrare rinati? (Il sonno dello spirito).

E meglio, vi siete mai chiesti perché ciò accade sempre più raramente?

Vi do una risposta infastidente: nella migliore delle ipotesi siamo criceti “dentro” ad una ruota, che gira così velocemente da farci credere che abbiamo percorso vallate infinite; che abbiamo compiuto atti eroici; che siamo presenti a noi stessi e felici. Invece, tutto ciò è illusorio e soprattutto non siamo mai veramente felici!

Scendete dalla giostra! Bloccate la ruota! Anche se tutto ciò destabilizza.

I benefici sono inimmaginabili. Ma attenzione, anche la mia analisi è una “reclame”, oggi, 10 agosto del 2022, notte di San Lorenzo.

 

“Le religioni vorrebbero superare questa frattura e dare una spiegazione in termini fideisti e finalisti del creato, ma così facendo, riportando tutto ad un ente creatore. non spiegano l’essenza della Natura; dicono chi la guida e la giustifica, ma senza rispondere alle domande: come e perché? Infatti, quel come e perché è nella mente divina, imperscrutabile all’uomo. Oggi alcuni avventurosi teologi sono disposti a credere che il Creato sia un Atto divino e che le leggi della Natura siano effetti e non conseguenze dell’Atto divino, per cui queste leggi non sono direttamente controllate e gestite dal pensiero divino. In tal modo si pone all’interno della Natura una capacità di autorganizzazione ed autoregolamentazione scissa dal divino, in altri termini non c’è nulla di trascendente nel creato, nella Natura, se non il solo atto creativo. Pur se affascinante in sé, questa spiegazione della sussistenza intrinseca della Natura e dei suoi accadimenti non dà risposta al perché dell’atto creativo, se non nei termini, neoplatonici, di  una “esigenza” autosussistente della creazione rispetto al divino. In tutto ciò è impossibile, per il pensiero umano, pervenire ad una Verità in sé esplicativa dei massimi sistemi posti dal pensiero teologico”. (ERMENEUTICA E TRASCENDENZA IN MASSONERIA – Humanities Commons (hcommons.org)

 

                                                   

 

 

 

 


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