Ritorno a scrivere in un blog.
Molti anni fa il blog è stato il mio modo per interagire col mondo, scrivevo principalmente di economia politica e ragionavo sull’importanza di fare politica attiva.
Ho dovuto desistere!
L’economia è diventata la peste del nuovo millennio e la politica si è ridotta ad essere l’ultimo campo di battaglia prima di dover ammettere la sconfitta e alzare bandiera bianca.
Il blog l’ho chiuso e ho ceduto ai social. L’evoluzione di questa nuova frontiera è andata pari passo con l’avvento dello smartphone. Era pressoché impossibile esserne avulsi.
Sono passati ormai quindici anni e dopo aver fatto tutte le esperienze nerd possibili, ritorno al blog: questo vecchio taccuino che raccoglie tutti gli stati d’animo di ciò che realmente mi appartiene. Qui non scrivo per compiacere. Non scrivo per uno e nessuno allo stesso tempo. Qui scrivo per me e per tutti.
Qui esalto l’importanza di avere un’impronta digitale, di scrittura.
Qui evidenzio l’importanza di avere un impianto letterario originale.
Il testo di un scrittore deve essere riconoscibile immediatamente, non per il genere, bensì per la sua unicità, per la sua capacità ad unire le parole, come si fa per una composizione musicale, laddove le note, costituiscono al pari delle lettere, la firma dell’autore.
Unicità è la keyword che vi propongo.
Ma voglio spingermi oltre, per tentare un esperimento, per trasformare gli avverbi di negazione in proposizione linguistica.
Intendiamoci, ciò che intendo fare è una costruzione del pensiero che diventa forma attiva, capace di rappresentare l’IO che è in noi e nulla c’entra con la grammatica.
Allontaniamo il pessimismo dal nostro porci al mondo. La mia è una raccomandazione!
In questa sezione “Where to Start” vi parlerò della scrittura, ch’è un mondo in cui potersi liberamente perdere.
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