nCoV-2019

Voglio tornare sul tema della creatività: il santo graal di chi vuole espandere i propri orizzonti pur rimanendo nella solitudine di un piccolo spazio, che sia di lavoro, di vita o di esperienza.

In questi giorni di esasperazione, la creatività potrebbe rendere libere tutte le persone che hanno un concetto sbagliato di emancipazione, e per questo sono perennemente insoddisfatte. Mi riferisco soprattutto alle folle che violano i consigli di certa comunità scientifica, andando alla ricerca disperata di un bene rifugio, come il cibo o sperando in un incontro inutile, non qualificato in luoghi di aggregazione mondana.

C’è un virus che minaccia la nostra salute, la nostra economia e quindi la nostra libertà.

C’è un virus che vogliamo combattere con l’idea di una immunità ottenuta con la meritocrazia, grazie allo status o semplicemente con la prudenza fattasi stoltezza.

Nessuno, invece, è immune al nCoV-2019. Il nemico è invisibile. Il nemico, per ora, fa parte di quell’ignoto che la mente umana rifiuta.



E anche una sbagliata immaginazione può rendere reale un virus invisibile e sconosciuto.

La nostra creatività inconscia lavora per noi, alimentando una serie di immaginazioni sulle ipotesi più disparate. Ciò è dovuto soprattutto al bombardamento di messaggi virulenti, spesso contradittori, pur paradossalmente simili.

L’inesperienza e la disinformazione ci ha reso incapaci di discernere, di criticare e di saper riconoscere quale elemento storpia e rende un messaggio contradditorio, se non anche falso.

Dobbiamo imparare a lasciar sedimentare le notizie, per non essere carnefici di noi stessi.



Quando uno scrittore cerca il filo di una trama, si pone come obiettivo il dare un senso logico alle mille immaginazioni creative che in uno spasmo di scrittura vengono cristallizzate in pagine e pagine di narrazione. Spesso le nostre stesse immaginazioni non sono facilmente gestibili dalla mente umana, ossia da una logica razionale.



Non c’è molta differenza dalla narrazione che ogni giorno ci viene proposta e che seve soltanto a confondere per l’appunto la logica razionale dell’inconsapevole interlocutore.

Confondiamo la notizia con il dato eziologico e di conseguenza cerchiamo di rimuovere l’uno e l’altro. Le reazioni sono le più improbabili e per questo anche scusabili. Il cittadino non ha più un modello da seguire e si ritrova a vagare come uno zombi dentro ad un centro commerciale o tra le vie incantate di una città che non può più alzare una cinta protettiva.


L’unico modo per organizzare un caos è quello di guardare il disordine da diverse prospettive ed immaginare un ordine. Questa è la vera immaginazione creativa. L’immaginazione che porta ad una emancipazione.

Ognuno di noi ha una propria isola felice dove poter rifugiarsi, dove poter difendersi dal caos dalla politica della paura, dove poter avere un pensiero positivo.

Quell’isola felice è dentro di noi e non può essere contaminata.

Cosa disarma il contagio da nCoV-2019? Una quarantena.

Che messaggio miracoloso.


Poter disconnettersi dal mondo e andare in vacanza in quella nostra isola felice, che è anche una proprietà esclusiva, deve essere considerato il vaccino perfetto.


Questa quarantena è il migliore dei momenti per apprezzare la solitudine, entrare in contatto con noi stessi, poter ritrovare il senso della critica e la capacità di saper discernere tra cosa è giusto e cosa non lo è!

Questo è il momento migliore per tornare a sognare ad occhi aperti, immaginare la nostra prossima sfida, porsi grandi domande ed osservare da una giusta angolazione le reazioni altrui.


Buona opportunità a tutti!

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