La scrittura come mental coaching


 




Gli atleti hanno avuto bisogno di un mental coach per motiv-azionarsi. Gli influencer non nascondono di aver la psicologa sempre a disposizione. Meglio non sapere di chi si avvale il politico.

Ecco, tutto questo accade quando la paura genera paura.

Mi sono chiesta se e quando sarei disposta a dare il mio pc in mano ad un’altra persona.

Mai. È stata la risposta! Dentro al mio pc ci sono i miei file, così come dentro al mio cervello ci sono io!

Ciò che mi stupisce, ogni giorno, è che ci sono persone che ci provano! Ci sono persone che provano a manipolare la nostra capacità di stare al mondo.

Voler manipolare è cosa diversa dal confronto.

Nessuno è maestro di vita. E tutti abbiamo bisogno di una guida. Ma il controllo sulle persone ormai è diventato un modus operandi obbligato per poter accedere a certi livelli di successo.

Vorrei rivelare ai neofiti che il vero Guru si isola dal mondo, non partecipa a nessuna convention e non cerca il consenso di nessuno.

Riuscire, invece, a stare in piedi in mezzo alla tormenta, da soli, non solo è un’esperienza di vita costruttiva, ma fa la differenza. In mezzo alla tormenta nulla è certo e quindi tutto è possibile. In mezzo alla tormenta si trova la fiducia in se stessi davanti all’elemento sorpresa. Solo dopo una tormenta si può vedere il mondo in un modo nuovo.

Bla. Bla. Bla. Bla.

Dove sta la concretezza in tutto questo? Dove sono i risultati delle proprie esperienze? Come materializzare? Perché, abbiamo fame di risultati!

Ecco a cosa serve un mental coach: a concretizzare!

Quello che volevo dire in premessa è che prima di concretizzare serve fare un duro allenamento. Nulla arriva senza un duro lavoro, senza la giusta tempra.

In questa baraonda amplificata dai social media, dal ego-centrismo, ossia dal desiderio di mettersi al centro del mondo per concretizzare ora, subito; ci perdiamo!

Ci perdiamo il viaggio. Ci perdiamo il piacere di godere della vita ed esserne grati, veramente!

Essere grati significa risvegliare la parte di noi che più ci fa vibrare. Tutto questo lo sappiamo, ma la paura prevale; la smania di concretizzare prevale. Così, farsi guidare dall’ego, invece che dal cuore, è più facile!

 

Sono in pausa dalla scrittura, ancora per un po’ di giorni, perché devo superare un blocco.

L’idea c’è, ma l’anima frena. Per questo, anch’io devo trovare il coraggio di uscire dal tracciato, abbandonare l’ego e seguire un cuore che spesso mi ha tradito. Devo trovare il modo di mantenermi in equilibrio, e per riuscire in questo torno alle origini.

Come nasco? O meglio come nasce il mio desiderio di scrivere?

Nasce in tempi non sospetti. Ho solo dovuto aspettare di maturare il coraggio di scrivere per gli altri e non per me stessa. Nel frattempo, ho goduto del viaggio che la vita mi ha palesato spontaneamente. Sono grata di avere goduto del viaggio, perché ho una memoria emotiva importante e perché sono io il mio mental coach di fiducia.

Mi piace pensare che tutti abbiamo un lato artistico attraverso il quale svelare il nostro vero volto. Chiaramente questo è pericoloso, ma cosa non lo è!

In questo mondo dove la regola è, “buona alla prima”, ci facciamo troppe paranoie e diamo credito a troppi presunti manipolatori.

In questo mondo totalmente mediatico, veloce, imprevedibile, bisogna diventare saggi, e quindi capire come le altre forme di comunicazione possono aiutarci; come possono mantenerci in equilibrio, tra ego e cuore.

Nella forma comunicativa visiva mi confronto con la mia voce, con la mia capacità di esprimere un concetto a qualsiasi interlocutore, senza fare richieste, senza dover dimostrare una tesi, senza seguire un sentiero logico formale, senza farmi compassione!

Senza la necessità di dover creare un santuario, perché la fede sta altrove!

 

Quando devo scrivere un racconto, parto sempre da un sogno, che poi abbozzo e lascio decantare, perché l’idea iniziale è solo un pezzo di legno da scalpellare.

In fondo, la realtà, anche quando è fantastica, incontra sempre un foglio bianco e una tastiera. Mentre, la connessione con le parole ha un’unica via per manifestarsi: la vita vissuta. Non ce n’è un’altra!

Le parole vogliono essere libere. Il mio obiettivo è dare anima e libertà alle parole. E me ne frego se questo mio modus operandi viene criticato o ostacolato dal mainstream.

Voglio trovare il mio spazio “unico”!

Il mio superpotere? L’anello di Salomone! Scherzo!

La risposta è: analisi e osservazione. Io osservo anche l’aria!

Il vagliare più metodologie deve diventare il giusto viatico per nuove tecniche di scrittura, perché quest’arte, la scrittura, non potrà mai essere oscurata dall’attore che è in noi, seppur illuminato dalle luci del proscenio.

 

 

 

 

 

 


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