Utili contrapposizioni
Bisognerebbe
analizzare le convinzioni che ci guidano prima di partire per una nuova
avventura!
In
un sogno, in una fantasia, in un racconto letterario e meno, che riassume questo
e quello, in un nuovo progetto di lavoro o di vita: tutti noi diamo per
acquisite le convinzioni che ci hanno convinto a rischiare di partire per una
nuova avventura. E invece, l’inizio di tutte le cose esige una pelle nuova. La
vita stessa esige da noi un cambiamento continuo, e ci chiede di essere pronti.
E spontanei.
Spontanei,
perché ciò che conta veramente è l’imprevisto.
L’imprevisto
ci rende consapevoli, oso dire “incarnati”. L’imprevisto ci apre a quelle sensazioni
piene, che rendono il viaggio interessante e proficuo, e forse capaci di
intraprenderlo a un livello più alto dell’essere istupiditi dagli istinti.
Come
nella vita, l’imprevisto rende una storia letteraria accattivante.
Ma
se la vita è così complicata e spesso triste, com’è possibile “cedere” all’imprevisto?
Parto
dalla conoscenza che ho sulla vita per spiegare il mio pensiero. Ho sempre
creduto che le persone “giuste” (per me) con cui fare “rete” sono le persone disposte
ridere delle complessità della vita (con rispetto).
Le
persone che amo di più sono maestri che si fingono buffoni!
Quando
ci prendiamo troppo sul serio, per competere con le architetture della vita,
non solo falliamo, ma perdiamo il riscontro della magia sulla vita; e tutto si
ferma in un mood che può essere ben riassunto in “coma compartecipato”.
In
un coma compartecipato c’è qualcun altro che decide della nostra vita, perché abbiamo
delegato per superiorità manifesta, perché pensiamo che le persone che ci sono
subentrate hanno cura del nostro tempio. Sciocchezze alle quali nemmeno la
santa ingenuità di un bambino crede.
A
questo proposito ricordo il mood della Montessori: il bambino è maestro di se
stesso!
Il
bambino non delega!
Mi
piace raccontare storielle e fare la buffona!
E
una delle storielle che più calzano col ragionamento fatto è quella della Nonna
Ragno e della Dea Kalì. La prima tesse le trame della vita e la Dea, che ha in
mano un falcetto, distrugge chi distrugge la vita (storiella che esula dal
concetto di bioetica). Insieme, dunque, disfano e rammentano.
Questa
è la magia che si vede; una magia di luce! La contrapposizione utile sta nel
fatto che anche nella luce siamo chiamati a fare un salto nel buio.
In
tutti i racconti letterari, da questa contrapposizione nasce il dubbio e la
voglia di intraprendere un viaggio, di vederci chiaro, di capire qual è lo
scopo!
Ed
io evidenzio che, fare un viaggio senza pesi o saltare nel buio senza fardelli,
e beh…, è tutto un altro incedere!
Intraprendere
un nuovo progetto o anche un viaggio rivelatore di uno scopo, ed essere leggeri,
ossia senza i fardelli caricati dai carcerieri che noi abbiamo scelto, è quel quid
pluris che dà un senso al progetto stesso. Ricordando che il progetto è creazione
e parte dal cuore; è scopo; è vocazione.
Le
utili contrapposizioni, dunque, servono a farci diventare buffoni, per ridere
delle complessità del viaggio e così, pure per vedere (letteralmente) la gioia
che trasforma i dubbi e le preoccupazioni in energia, in forza, in coraggio.
Buon
viaggio a chi condivide il potere delle parole che scelgo.
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